Tagli al Trasporto pubblico locale

altTariffe alle stelle e servizi ridotti all’osso per bus, tram, metro e treni regionali, passeggeri in fuga da mezzi pubblici, personale in esubero per migliaia di addetti. Questo il bilancio complessivo di un’indagine condotta da ASSTRA e presentata il 14 luglio 2010 a Roma. Un dimagrimento di 196 milioni di chilometri percorsi all’anno per i servizi di Trasporto pubblico locale (TPL) e, 3,9 milioni di treni-km per le ferrovie regionali. Questo lo scenario riferito alla riduzione del 10% delle risorse destinate al TPL come conseguenza dei tagli previsti nella manovra economica. Ma la sforbiciata al settore potrebbe essere ancora più pesante e rendere plausibile una diminuzione delle risorse per il servizio oggi offerto alle collettività locali su tutto il territorio del 20%. In questo caso il taglio alle linee e/o alle corse di bus, tram, metro, treni per i pendolari registrerebbe un saldo di 392 milioni di chilometri offerti in servizi TPL e 7,8 milioni di treno-km.

“I tagli previsti dalla manovra del governo per il settore dei Trasporti pubblici locali nell’ampiezza e nella portata prospettata sono la condanna a morte certa del sistema dei trasporti pubblici locali come lo conosciamo oggi in Italia”. A Parlare è Marcello Panettoni, il presidente di ASSTRA, l’Associazione che riunisce oltre 215 imprese pubbliche e private di trasporto pubblico urbano e locale, nonché tutte le ferrovie regionali ad esclusione di Trenitalia.

“La manovra picchia duro su un settore che non ha per definizione margini di recupero in grado di assorbire  i tagli enormi ipotizzati. I 15 milioni di italiani che salgono e scendono dai nostri bus, tram e treni ogni giorno dovranno prepararsi ad un’offerta di servizi devastata. E se si riducono i servizi, si riduce anche la forza lavoro necessaria a produrli. Oggi gli autoferrotranviari sono oltre 116.000 in tutta Italia, non so quanti ne resteranno”. A proposito delle conseguenze sociali dei tagli al trasporto pubblico locale il presidente di ASSTRA aggiunge: “Le nostre imprese, anche quelle a proprietà pubblica sono tutte società soggette al codice civile, il bilancio in rosso significa per le aziende chiudere i battenti. Per questo ci vedremo costretti a fare ricorso per i licenziamenti collettivi ad una norma del 1931 ancora vigente, mai utilizzata e che mai avremmo pensato di dover utilizzare”.

Fonte: www.asstra.it